Un atteggiamento di apertura, solidarietà e responsabilità, per una nuova unità per il mondo del lavoro.
L’anno che ci lasciamo alle spalle non ci lascia sicuramente indifferenti. Da una parte l’allentamento delle misure per il contrasto alla pandemia, che tuttavia non abbiamo definitivamente superato, ci riporta verso un clima sociale più umano e normale. Ma dall’altra parte la guerra in Ucraina con le tensioni politiche internazionali; la crisi energetica con le sue ripercussioni economiche; l’aumento dell’inflazione; le conseguenze sempre più evidenti dei cambiamenti climatici che in Italia hanno causato incidenti devastanti come la strage di Ischia, oppure come la rovina di interi settori agricoli causati dalla siccità dei fiumi e dei laghi. Poi il numero di incidenti mortali o gravi sul lavoro che non si riesce ancora a diminuire. E un pensiero particolare va a tutte quelle famiglie che in questi ultimi dodici mesi hanno subito la perdita di una persona cara a causa della mancanza di sicurezza sul lavoro.
Questi eventi denotano che viviamo tempi difficili, intrisi si instabilità e insicurezza, caratterizzati da un futuro incerto e pieno d’insidie. Di fronte alla complessità di quest’epoca, non può essere certamente sufficiente un’unica soluzione. Ma certamente, un modo per meglio affrontare le sfide che ci attendono è quello di radunarci in unità piuttosto che disgregarci. E questo principio aggregante vogliamo portarlo soprattutto nel mondo del lavoro, anche nel corso del nuovo anno che ci aspetta.
Nel 2023 sogniamo che si possano finalmente mettere al centro della discussione le politiche del lavoro, ma stavolta basate su una vera giustizia sociale, dove l’attività imprenditoriale sia effettivamente incentivata e premiata non a scapito dei lavoratori, e dove i diritti degli stessi lavoratori siano effettivamente tutelati senza pregiudicare la libertà d’impresa.
Per arrivare a tanto è necessario che ciascuna parte sociale rinunci un po’ a se stessa e si apra alle istanze dell’altra, uscendo dal grigio egoismo che ci frena sulle rispettive posizioni e non ci fa progredire. L’atteggiamento dovrebbe essere quello d’iniziare a comprendere che il bene personale si persegue soltanto mediante la realizzazione del bene comune; un atteggiamento di apertura all’altro che si rivela utile anche per se stessi; un bene diffuso che viene elargito a ciascuno, nessuno escluso. Probabilmente è questo “approccio solidale e di grande responsabilità” di cui necessità il nostro tempo, perché come sottolineano anche gli eventi tragici del 2022, da soli non si va da nessuna parte. Se ci chiniamo su noi stessi e tentiamo di perseguire esclusivamente il nostro interesse personale, assistiamo soltanto a sciagure come la guerra, la crisi energetica, gli incidenti naturali o sul lavoro che, invece, colpiscono immancabilmente tutti.
Questi fatti drammatici, che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere, dovrebbero insegnare che focalizzando l’attenzione soltanto sul nostro interesse, perdendo di vista ciò che ci circonda, veniamo inesorabilmente colpiti dal male o dalle ingiustizie che direttamente o indirettamente abbiamo contribuito a determinare. Se invece lavoriamo per il bene di tutti, inevitabilmente veniamo toccati dallo stesso bene per cui abbiamo cooperato.
Questo atteggiamento di solidarietà e responsabilità è necessario per sviluppare una politica, che al di là delle scelte operative più o meno giuste, possa diventare veramente credibile; infatti, abbiamo bisogno di testimoni autentici, di gente che prima di parlare sappia fare, di persone che operino in modo sincero per il bene comune, dando soprattutto sostegno concreto al mondo del lavoro, perché tutti siamo stati in qualche modo lavoratori.
Questo atteggiamento è anche necessario per giungere ad un mondo del lavoro, che indipendentemente dalla categoria a cui si appartiene (lavoratore piuttosto che datore di lavoro, dirigente o dipendente), possa ritenersi unito negli intenti, come ad esempio il perseguimento di luoghi di lavoro dove sia tutelata la salute e la sicurezza di ciascuno, oppure l’ottenimento della salvaguardia socio-ambientale, pur garantendo la crescita economica delle attività produttive, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
A questa “unità” punta la Nazionale Italiana Sicurezza sul Lavoro. Anche durante il nuovo anno, sono in programma importanti iniziative ed eventi che vedranno coinvolte le diverse parti sociali, creando momenti di aggregazione e sensibilizzazione principalmente attraverso lo sport.
Auspichiamo che in questo nuovo tragitto saranno tanti i compagni di viaggio vecchi e nuovi, perché camminando in modo più solidale e responsabile si possa arrivare al traguardo il prima possibile. Buon viaggio a tutti per le strade del nuovo anno.
Pietro Vassallo
Presidente
Nazionale Italiana Sicurezza sul Lavoro Safetyplayers